Il Prof Mario Romano è un affermato chirurgo oculare del segmento anteriore e posteriore dell’occhio. Ha completato la sua formazione con una fellowship in chirurgia vitreo-retinica presso il Royal Liverpool University Hospital, Regno Unito e una fellowship di ricerca in malattie vitreo-retiniche presso il MEEI, Harvard Medical School di Boston, USA. Ha inoltre conseguito un dottorato di ricerca in Farmacologia e Oncologia Molecolare. I suoi progetti di ricerca e l’attività chirurgica riguardano il distacco di retina, le membrane epiretiniche, l’endo-tamponamento, la temperatura intraoculare, l’infiammazione intraoculare, le malattie degenerative dell’occhio inclusa la degenerazione maculare legata all’età, la retinopatia diabetica e le malattie retiniche ereditarie. È inoltre autore di libri sulla chirurgia della cataratta e pioniere nell’uso di sistemi di visione intraoperatori 3D, tecnologia Femtolaser per la chirurgia della cataratta e chirurgia microinvasiva del glaucoma. Esercita la sua attività di insegnamento in Italia e all’estero.
Tag: Strabismo
E’ l’incapacità di mantenere gli occhi allineati quando si fissa un oggetto, interessa quasi il 5 per cento dei bambini e a volte ricorre in più membri della stessa famiglia. Fortunatamente, se le cure sono precoci, le possibilità di rimediare sono davvero ottime sia dal punto di vista estetico che funzionale: gli occhi riprendono una posizione corretta e la visione torna normale. Ecco perché è molto importante sottoporre il bambino a una visita oculistica non solo se “incrocia” gli occhi ma anche se tende a mantenere la testa piegata, se è spesso stanco e ha mal di testa. Non sempre è possibile per i genitori accorgersi del problema. Esiste una forma di strabismo, detta “latente”, che si riscontra solo attraverso un esame specialistico, durante il quale il medico copre in modo alternato i due occhi mentre il bimbo fissa un oggetto. Un’altra forma che può sfuggire è la “microtopia”, che consiste in una deviazione dell’occhio piccolissima, quasi impercettibile. Ciò che invece non può sfuggire è lo strabismo “manifesto”, che si riscontra quando uno dei due occhi devia in modo sensibile dal suo asse.
Lo strabismo si dice ‘convergente’ quando l’occhio devia verso il naso, e ‘divergente’ quando invece è rivolto verso le tempie. I medici distinguono anche fra deviazione verso l’alto o verso il basso e classificano inoltre il disturbo come “intermittente” se il bambino incrocia gli occhi solo di tanto in tanto, o “costante” se la deviazione è permanente. Il difetto,infine, può riguardare un solo occhio o riguardare alternativamente sia il destro sia il sinistro.
Il difetto più comune nel bambino è lo strabismo convergente. Di solito compare intorno ai 2-3 anni, dopo un periodo di strabismo intermittente in cui di tanto in tanto il bambino tende a chiudere un occhio per evitare di vedere doppio. In certi casi lo strabismo convergente può manifestarsi all’improvviso, per esempio dopo un periodo di febbre o una malattia esantematica, come il morbillo, la rosolia o la varicella. Queste malattie non sono direttamente responsabili del problema. Indebolendo l’organismo, però, mettono in evidenza un difetto visivo già esistente ma che ancora non si era manifestato:l’ipermetropia.
Il bulbo oculare degli ipermetropi è leggermente più corto del normale. Per riuscire a vedere perfettamente, l’occhio ipermetrope deve quindi modificare la curvatura del cristallino, cioè la sua lente interna, non solo quando guarda vicino (come avviene nell’occhio sano) ma anche quando guarda lontano. Questo meccanismo di “accomodazione” e sempre legato a un fenomeno naturale che porta gli occhi a convergere verso il naso ogni volta che è necessario mettere a fuoco un punto vicino. Con l’ipermetropia quindi. continuando a far convergere gli occhi, i muscoli deputati a questo movimento diventano sempre più robusti. Alla fine riescono ad avere il sopravvento costringendo l’occhio in una posizione innaturale. Ma ci sono altri disturbi che possono provocare lo strabismo, come la miopia (cioè la difficoltà a vedere da lontano a causa di un bulbo oculare più lungo della media). Infine ci sono forme congenite dovute, per esempio, a un’inserzione anomala dei muscoli dell’occhio. In quest’ultimo caso il difetto compare nei primi sei mesi di vita ed è inconfondibile per il grado elevato di deviazione dell’occhio.
Lo strabismo impedisce ai due occhi di cooperare per vedere la stessa immagine nello stesso punto dello spazio. Ciò che noi vediamo infatti non è altro che la somma delle informazioni che giungono al nostro cervello attraverso gli occhi stessi. Il bambino strabico vede lo stesso oggetto in due punti diversi (immagini doppie, quindi); oppure percepisce due oggetti diversi nello stesso punto dello spazio (immagini confuse). Per rimediare a questi inconvenienti, tuttavia, i suoi organi della vista si adattano dando origine a due fenomeni di compensazione.
Uno consiste in una rudimentale cooperazione tra i due occhi anche se le immagini cadono in punti non corrispondenti, quindi diversi, delle due retine. Un’altro si chiama neutralizzazione: il cervello, cioè, sopprime l’immagine che proviene dall’occhio deviato. Quest’occhio a poco a poco viene sempre meno utilizzato e perde così le sue capacità visive diventando “ambliopico”. Se l’ambliopia è scoperta e curata entro i primi tre anni di età guarisce in poco tempo, mentre sono necessari alcuni mesi se viene rilevata tra il terzo e il quarto anno. A cinque anni il recupero dell’occhio rischia di non essere totale, e dopo i sei il danno diventa permanente. Ecco perché è indispensabile sottoporre i bambini a una visita oculistica entro i primi tre, quattro anni.
Una delle tecniche più efficaci contro l’ambliopia è l’occlusione. Consiste nell’applicare una benda sull’occhio sano in modo da costringere quello “debole” a lavorare di più e a recuperare gradualmente le sue funzioni. Il bendaggio viene tolto quando entrambi gli occhi hanno raggiunto pari acutezza visiva. In ogni caso, l’occlusione viene sospesa se dopo sei mesi non c’è stato alcun miglioramento. Se lo strabismo è dovuto all’ipermetropia (o alla miopia), è necessario correggere anche il difetto visivo. Oltre al bendaggio quindi il bambino dovrà indossare gli occhiali da vista.
In genere, se si interviene con tempestività, gli occhi tornano ad allinearsi. Se questo non dovesse succedere, si può eliminare lo strabismo con un intervento chirurgico, attraverso il quale si potenzia o si diminuisce la funzionalità dei muscoli che muovono l’occhio. L’operazione è abbastanza semplice, non richiede ricovero e va effettuata solo su bambini di età compresa tra i due e i quattro anni. E stata molto ridimensionata, invece, l’utilità della cosiddetta “ginnastica oculare”. Gli esercizi ortottici, molto in voga alla fine degli anni Sessanta, consistevano nel far compiere al bimbo movimenti diversi con gli occhi. Attualmente quasi tutti gli specialisti concordano nel ritenere che le noiose sedute dall’ortottista diano risultati molto scarsi, perlomeno nella cura dello strabismo dei bambini. Fondamentale resta, invece, il contributo che l’ortottista dà alla diagnosi ed al follow-up del paziente affetto da strabismo.