Il Prof Mario Romano è un affermato chirurgo oculare del segmento anteriore e posteriore dell’occhio. Ha completato la sua formazione con una fellowship in chirurgia vitreo-retinica presso il Royal Liverpool University Hospital, Regno Unito e una fellowship di ricerca in malattie vitreo-retiniche presso il MEEI, Harvard Medical School di Boston, USA. Ha inoltre conseguito un dottorato di ricerca in Farmacologia e Oncologia Molecolare. I suoi progetti di ricerca e l’attività chirurgica riguardano il distacco di retina, le membrane epiretiniche, l’endo-tamponamento, la temperatura intraoculare, l’infiammazione intraoculare, le malattie degenerative dell’occhio inclusa la degenerazione maculare legata all’età, la retinopatia diabetica e le malattie retiniche ereditarie. È inoltre autore di libri sulla chirurgia della cataratta e pioniere nell’uso di sistemi di visione intraoperatori 3D, tecnologia Femtolaser per la chirurgia della cataratta e chirurgia microinvasiva del glaucoma. Esercita la sua attività di insegnamento in Italia e all’estero.
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Si tratta di un progressivo opacamento del cristallino, ovvero di quella lente che si trova all’interno del nostro occhio, dietro l’iride, e che contribuisce a mettere a fuoco le immagini sul piano retinico. E’ una patologia molto diffusa, tipica della senilità, ma alcune forme possono essere già presenti alla nascita (cataratta congenita) o presentarsi in epoca più precoce a causa di traumi, intossicazioni o altre patologie oculari preesistenti.
La terapia della cataratta è quasi esclusivamente chirurgica; in realtà esistono alcuni farmaci, cosiddetti antiossidanti, che agirebbero riducendo il trauma fotoossidativo che sarebbe alla base dell’insorgenza della cataratta. In realtà, il solo modo per ripristinare una buona visione è rappresentato dall’intervento chirurgico. La tecnica più moderna per l’asportazione della cataratta viene denominata ‘Facoemulsificazione’ e consiste nella aspirazione della parte centrale del cristallino (nucleo) mediante una sonda ad ultrasuoni ed alla successiva pulizia della porzione residua (corticale); successivamente viene impiantato un cristallino artificiale (lente intraoculare) che ha lo scopo di rimpiazzare la funzionalità biologica posseduta dal cristallino naturale.